Attenzione poi al mercato della telefonia fissa e internet in casa, visto che il marchio Infostrada è proprietà Wind ed è seconda dopo TIM con il 13% delle utenze in Italia, ma non rientrerebbe nell'accordo tra Vimpelcom, il gruppo controllante Wind, e la cinese Hutchison Wampoa -società controllante 3 Italia- quindi potrebbe essere appetibile per gli altri operatori.
Il Governo ha stabilito che l'operazione di fusione tra le due compagnie non debba avere gravi conseguenze sulla crescita e sull'occupazione del settore delle comunicazioni, come ad esempio spostamenti all'estero di funzioni di sicurezza e gestione che possano pregiudicare la sicurezza nazionale e la continuità del servizio. In pratica il Governo non vuole impedire il piano industriale dei due colossi delle telecomunicazioni, a condizione che questa operazione non rappresenti un passo indietro per il settore e per l'Italia, ancora in ritardo con la copertura nazionale di banda larga e ultralarga.
Nel 2014 Wind, oltre a vendere le torri dei ripetitori ad Abertis, ha dovuto richiedere un rifinanziamento da 9.5 miliardi tramite l'assistenza di Deutsche Bank, banca che sta seguendo anche l'operazione di fusione con 3 Italia. I vantaggi per Wind sarebbero soprattutto tecnologici perchè sfrutterebbe le reti 4G di Tre, un settore nella quale è indietro rispetto alla concorrenza; d'altra parte Tre avrebbe dei vantaggi finanziari e pubblicitari di non poco conto visto che attualmente è più indietro rispetto alle concorrenti italiane, Wind compresa che con le operazioni dello scorso anno ha dato una bella sistemata ai conti (ed è ben messa nel settore pubblicitario).

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Negli ultimi giorni comunque ad avvantaggiarsi dell'ipotesi di fusione è stata più che altro TIM le cui azioni in borsa sono salite dallo 0.973 del 16 febbraio al massimo di 1.49 del 18 febbraio, assestandosi in zona 1.25 nei giorni seguenti; invece le azioni Wind sono scese dallo 0.86 del 16 febbraio allo 0.792 del 18 febbraio, per poi recuperare e tornare in zona 0.86, toccando anche 0.88 (normali su-e-giù quando ci sono voci di fusioni imminenti).
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